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Recensione // IT

Buongiorno lettori! 🙂

Oggi vi porto la recensione di uno dei romanzi che fino ad ora mi hanno più colpita. Sto parlando di IT del famosissimo Stephen King, romanzo considerato il suo capolavoro assieme a L’ombra dello scorpione.

Vi avviso già, sarà un articolo chilometrico! Vi consiglio per la lettura una buona tazza di the, anzi magari di caffè. Mettetevi comodi comodi.

Siete sistemati? Bene, cominciamo!

Un Libro, Una Tazza Di The

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  • Copertina flessibile: 1248 pagine
  • Editore: Sperling & Kupfer (25 giugno 2013)
  • Collana: Pickwick
  • Genere: Narrativa Horror
  • Prezzo in negozio: 12,90 euro

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TRAMA:  In una ridente e sonnolenta cittadina americana, un gruppo di ragazzini, esplorando per gioco le fogne, risveglia da un sonno primordiale una creatura informe e mostruosa: It. E quando, molti anni dopo, It ricompare a chiedere il suo tributo di sangue, gli stessi ragazzini, ormai adulti, abbandonano la famiglia e il proprio lavoro per tornare a combatterlo. E l’incubo ricomincia. Un viaggio illuminante lungo l’oscuro corridoio che conduce dagli sconcertanti misteri dell’infanzia a quelli della maturità.

Recensione

Da dove cominciare…

Da settimane mi siedo comoda comoda per iniziare a scrivere questa recensione e tutte le volte si rivela non essere il momento giusto, la giusta atmosfera. Non trovo le parole per dirvi tutto quello che vorrei riguardo questo libro, ma direi che è giunto il momento di affrontare di petto questa recensione e dare il meglio che posso per parlarvene.

Forse è giusto partire dal mio approccio al romanzo e come si sia scatenata in me la voglia di leggerlo.

Negli ultimi giorni di Febbraio è successa una cosa davvero terribile. Ha scosso nel profondo me e molte persone a me care. Quando succede qualcosa di questo calibro, io sento sempre il bisogno di concentrare la mia mente su qualcosa che mi tenga molto impegnata. C’è chi mette a soqquadro la casa buttandosi a capofitto nelle pulizie, chi dipinge, alcuni si sfogano nello sport (attività poco nota alla sottoscritta). Io ho sentito il bisogno di leggere. Ma non un libro qualsiasi, no. Dal profondo sentivo di voler cominciare IT di Stephen King, autore che cominciai ad amare da giovanissima e che tuttora rimane uno dei miei scrittori preferiti. IT mi ha sempre spaventata per la mole incredibile, quasi fosse un’arma di distruzione di massa, ma sapevo che in quel preciso momento non mi avrebbe impaurito più. Sapevo di aver scorto in lui un percorso che mi avrebbe impegnata per diverso tempo e che mi avrebbe portata a sentirmi meglio, una volta arrivata alla parola fine.

Detto ciò, mi aspettavo banalmente di trovarmi di fronte ad un ottimo romanzo dell’orrore. E sottolineo mi aspettavo. Credevo di trovarvici angosce, paure, sangue e così via. Non fraintendetemi, tutto ciò è presente, ma ancora una volta King mi ha tratto in inganno e non potrò mai ringraziarlo abbastanza.

Siamo in una piccola cittadina del Maine, Derry, alla chiusura dei ridenti anni ’50. Una cittadina come le altre, ambienti comuni con gente comune. Ma Derry nasconde qualcosa di terribile. Da anni, tra le strade della tranquilla città scompaiono dei bambini, a volte ritrovati in condizioni spaventose, a volte semplicemente evaporati come pozzanghere al sole. E nessuno sembra fare mai niente. Derry rimane silenziosa, seppellisce i suoi morti con diffidenza, e distaccata continua come se niente fosse. Fino a quando un bambino di nome Georgie non farà correre una barchetta di carta sull’acqua di un canale di scolo. Non potrà mai raccontare al fratello maggiore Bill Denbrough cosa vide quel giorno nell’oscurità dei tombini di Derry, perché come tanti altri non rivedrà la luce del giorno.

Forse per volere del destino, Bill si troverà a stringere amicizia con sei ragazzi di Derry – Ben Hanscom, Beverly Marsh, Stan Uris, Richie Tozier, Mike Hanlon Eddie Kaspbrak – che pare siano gli unici a essersi accorti che c’è davvero qualcosa che non va. Tutti hanno vissuto un’esperienza che non si sanno spiegare. Sembra proprio che ci sia un’entità, soprannominata It, che intacca la città e che risveglia in ognuno le più primordiali paure. Tutti e sette decideranno di porre fine a questa scia di morte, e affronteranno il mostro.

Trent’anni dopo però, un vecchio incubo bussa alla loro porta. It sembra essere tornato a Derry. Un giuramento ormai lontano riunirà di nuovo gli amici ormai adulti, per concludere una volta per tutte quello che avevano cominciato. Ma nessuno sembra ricordare il proprio passato. L’infanzia vissuta a Derry è una macchia bianca nella loro mente. Prima di affrontare It, dovranno ricordare ciò che è stato.

Il romanzo infatti si districa alternandosi tra gli anni ’80 e gli anni ’50. Impariamo a conoscere dal principio i nostri protagonisti già adulti, per ritrovarci a vivere con loro i ricordi del passato a Derry. I flashback sono gestiti in maniera magistrale, non si crea confusione e spesso e volentieri regalano dei forti momenti di suspance.

Ma perché ho voluto sottolineare che mi aspettavo di avere davanti un romanzo dell’orrore? Perché qui l’horror è un aspetto del tutto marginale. Ho letto la prima pagina aspettandomi di non dormire la notte e sono arrivata all’ultima singhiozzando sul sedile di una carrozza del treno (non scherzo). Con questo romanzo King ti ribalta, ti accartoccia. Ti prende e ti porta via per sempre. La capacità che ha questo romanzo di farti vivere tra le pagine è da brividi.

IT fa emergere diversi temi importanti. Innanzitutto le paure. It, nonostante si mostri spesso sotto forma di Pennywise il Clown, si presenta come una creatura quasi impalpabile, che prende forma delle nostre più grandi angosce. E’ tutto ciò che c’è di sbagliato, perverso e marcio. Si nutre delle paure e della violenza, il carburante che gli permette di vivere. E le uniche persone che possono sconfiggerlo veramente sono i bambini. Nessuno come i bambini ha la capacità innata di credere, di avere fede. Quando siamo piccoli crediamo all’impossibile. E come crediamo che esistano le fate, siamo anche convinti che esistano i mostri. Per questo motivo solo i bambini si accorgono della presenza di It, mentre l’adulta Derry sembra munita di paraocchi.

“Ma insieme avevano scoperto un segreto allarmante del quale nemmeno It era stato consapevole: ogni credenza ha il suo rovescio. Se ci sono diecimila contadini medievali capaci di far esistere i vampiri con la forza della loro credulità, può essercene uno, e probabilmente bambino, capace di immaginare il piolo con cui ucciderli. Ma un piolo non è che uno stupido pezzo di legno. La mente è invece la mazza con cui conficcarlo nel cuore”.

E’ interessante vedere infatti come i nostri protagonisti si comporteranno una volta diventati adulti. I primi capitoli che sono dedicati al “ritorno a Derry” già ci dicono molto, specialmente sui modi diversi di affrontare la consapevolezza che qualcosa di irrazionale e tremendamente spaventoso è tornato a far parte delle loro vite. Più che dell’orrore io considero IT un romanzo di formazione. Nelle sue mille pagine è condensato il dramma di dover crescere, di diventare adulti. E di come sia impossibile crescere davvero se abbiamo le nostre paure irrisolte che ci gravano sulle spalle.

L’amicizia infine, ha un ruolo cardine nella storia. I sette amici sono uniti tra di loro da un legame così forte da perdurare oltre trent’anni, quando verranno chiamati a raccolta per affrontare di nuovo It. Non a caso King ha scelto l’infanzia come momento per far nascere questo incredibile amore tra il gruppo. Da bambini si ama incondizionatamente, senza limiti o imposizioni. E’ l’età in cui i veri affetti ti si attaccano addosso come una calamita e difficilmente vengono dimenticati.

L’autore fa una seconda scelta mirata, quella di formare un gruppo che si autoproclama “Il club dei perdenti”. I protagonisti sono infatti degli emarginati sociali: un ragazzino di colore, un balbuziente, un secchione, un ciccione e così via. Sono tutte figure disprezzate dagli altri, mira costante di insulti e violenza e che per questo riescono a vivere di emozioni intense e sincere, instaurando tra loro un importante rapporto. Per questo si dovranno difendere non solo da It, ma anche dai bulli di Derry, che devo dire siano ben più spaventosi del vero e proprio mostro. King ha una capacità incredibile di descrivere la brutalità umana, spesso tema dei suoi romanzi (anche se nascosta dietro a maschere del soprannaturale).

Vorrei concludere con quello che sono convinta sia il messaggio di questo libro. IT è un’elogio all’infanzia e al potere di essere capaci di credere. King ci chiede di crescere senza dimenticare com’era essere bambini. E’ un appello all’andare avanti sempre tenendo uno sguardo a quando eravamo piccoli, perché il potere di quell’età è immenso e ci può salvare nei momenti più terribili. Può essere la spada che fende le nostre paure. Può essere l’amore che accende un rapporto. E’ la forza che tiene vivi i sogni, l’amore e il desiderio. Con essa non saremo mai soli ed è solo mantenendo viva la nostra parte irrazionale, quella che ci fa credere che tutto è possibile, che potremmo vivere davvero.

“Chud, mio Chud, resisti, sii forte, sii valoroso, combatti per il tuo fratello, per i tuoi amici; credi, credi in tutte le cose in cui hai sempre creduto, credi che se dici al poliziotto che ti sei perduto, lui ti accompagnerà a casa sano e salvo, che c’è una fata che fa collezione di dentini e vive in un grande castello di smalto, e Babbo Natale costruisce giocattoli sotto il Polo Nord, assistito dalle sue schiere di Elfi, e il Capitan Mezzanotte esiste davvero; credi che tutte le persone intorno a te ti vogliono bene ancora, che il coraggio e’ possibile, che le parole ti usciranno di bocca corrette e senza esitazioni; Non sarai più perdente, non ci sarà più nessuno rannicchiato in un angolo a tremare, non ci sarà più nessuno nascosto a piangere per qualcosa o qualcuno che non sei stata in grado di salvare. Credi in te stesso, credi nel fuoco di quel desiderio…”

VOTO: stella1stella1stella1stella1stella1

Un Libro, Una Tazza Di The

La recensione finisce qui. Vi sento sospirare di sollievo da dietro lo schermo! E’ lunga, me ne rendo conto. Ringrazio gli impavidi che sono arrivati fino alla fine e spero che nonostante la lunghezza la recensione vi sia piaciuta 🙂

Se volete acquistare IT e vi va di darmi una mano, potete farlo tramite il link da affiliata Amazon che trovate nell’articolo!

Vi ringrazio di cuore per essere passati, come sempre vi auguro una buona giornata e buone letture 😀

Un abbraccio e a presto

Un Libro, Una Tazza Di TheLuna Lovebook

4 pensieri riguardo “Recensione // IT

  1. Ciao, sono rimasta piacevolmente colpita da questa recensione riassunta nei singoli dettagli.. hai colto alla perfezione quello che il romanzo vuol far arrivare al lettore( e anche spettatore) e cioè l’amicizia nata quando si è bambini e che si pensa mai finirà, le promesse che sembrano sigillare un patto sacro…ma anche le paure dei bambini che affollano la loro mente ma che basta anche poco per cacciarle e cioè immaginarsi una magica spada pronta a difenderli o una fata buona.. Insomma il film lo conosco a memoria da quando ero bambina e non mi aveva particolarmente spaventata anzi mi ha dato una lezione di vita” non fidarsi degli sconosciuti” prendo l’esempio di George, e specie se vestiti da clown! :-D. Cmq ci sarebbe ancora tanto da dire… Ti faccio i miei complimenti!

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    1. Grazie mille Dany! Sono davvero felicissima che ti sia piaciuta la recensione 😄 È stato difficile scriverla, perché mi sarebbe piaciuto rendere giustizia al libro, che ho trovato fenomenale. Mi fa davvero piacere sapere che tu sia riuscita a rivedere quello che ti ha trasmesso!

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